CNI e RPT rilanciano l’allarme alla luce della tragedia del terremoto in Turchia e Siria: il rischio sismico in Italia coinvolge oltre 12 milioni di edific
Il terremoto che ha colpito Turchia e Siria, a partire dalla scossa da 7.8 gradi Richter della notte del 6 febbraio 2023, nella sua potenza devastante, con migliaia di morti e feriti, interi palazzi sgretolati e strade spaccate in due, ha riportato l’attenzione, anche alle nostre latitudini, sul tema della prevenzione sismica. Lo ribadiscono insieme il Consiglio Nazionale Ingegneri e la Rete delle Professioni tecniche, ricordando come anche il nostro è un Paese caratterizzato dalla estrema bellezza unita alla fragilità del proprio patrimonio storico, artistico e culturale, e purtroppo fortemente interessato dai terremoti.
Terremoto in Turchia e Siria: oltre il cordoglio è necessario agire
“Da anni il Consiglio Nazionale, anche in collaborazione con le altre professioni tecniche, si batte affinché nel nostro Paese si affermi la cultura della prevenzione –afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente CNI -. Basti pensare che il primo Piano di prevenzione sismica fu presentato oltre dieci anni fa e da allora non abbiamo registrato passi avanti soddisfacenti. Anche i recenti strumenti legati ai bonus edilizi, che avrebbero potuto dare un impulso alla messa in sicurezza dei nostri edifici a rischio, non hanno avuto l’effetto sperato. Il ricorso al sisma bonus, infatti, è risultato residuale rispetto all’eco bonus, soprattutto a causa della complessità delle procedure e all’incertezza sulle tempistiche. Questi ultimi avvenimenti, il terremoto in Turchia e Siria dimostrano, ancora una volta, che non è più rinviabile l’adozione di un Piano di prevenzione sismica. Il sisma bonus, inoltre, va applicato con costanza in un periodo ragionevolmente lungo, intervenendo nella direzione della semplificazione. Queste iniziative non sono più rinviabili. Numerosi rapporti del nostro Centro Studi hanno dimostrato, senza ombra di dubbio, che i costi economici della prevenzione sono certamente inferiori a quelli delle varie ricostruzioni. Senza contare che la prevenzione consente di salvare migliaia e migliaia di vite umane, risparmiando alle famiglie e al Paese intero insopportabili lutti”.
Gli aggiornamenti del piano di prevenzione sismica
La Rete Professioni Tecniche, che raggruppa nove professioni tecniche impegnate nel campo delle costruzioni e delle infrastrutture, ricorda che un completo Piano di prevenzione sismica, elaborato dalle professioni tecniche, fu presentato per la prima volta, al Governo dell’epoca, nel Professional Day del 1 marzo 2012.
Un piano successivamente più volte aggiornato, anche per i contributi di numerose altre associazioni ed enti pubblici interessati, e migliorato al fine di mettere in sicurezza il nostro costruito in un periodo medio-lungo, ma purtroppo ad oggi non ha visto una significativa ed efficace attenzione da parte delle istituzioni. Col risultato che oltre 12 milioni di edifici in Italia restano a rischio sismico.
L’uso del Sismabonus
La previsione dei bonus edilizi, che mette a disposizione importanti incentivi, ha offerto un’opportunità, ma i tempi brevi concessi, le incertezze normative, le problematiche sui temi urbanistici ed edilizi, le difficoltà di intervento nei condomini, i rischi di interruzione dell’incentivo hanno creato molte difficoltà nell’applicazione concreta ed efficace. Infatti, secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, i bonus sismici hanno fatto registrare importi pari ad appena un decimo rispetto a quelli del Superbonus 110%, segno che la messa in sicurezza del nostro patrimonio edilizio procede con estrema lentezza, anche a causa della mancata semplificazione delle procedure.
L’incompiuto fascicolo del fabbricato
Né ha fatto passi in avanti l’istituzione del Fascicolo del Fabbricato, altro punto importante nel Piano di Prevenzione sismica, strumento che consentirebbe di avere informazioni sulla storia tecnica, la manutenzione, la classificazione energetica e sismica delle nostre case. Esso determinerebbe, con la conoscenza diffusa dello stato di sicurezza sismica degli edifici, di rendere conveniente gli interventi di prevenzione in quanto ne determinerebbe un elemento importantissimo di valutazione. D’altra parte, non si comprende perché nelle compravendite di unità immobiliari sia obbligatoria la certificazione energetica, e non si pensi che sia maggiormente necessaria la classificazione sismica.
Altri aspetti indispensabili sono – sempre secondo RPT – la semplificazione e la chiarificazione delle procedure in edilizia, definendone anche gli aspetti di conformità degli edifici, contenute in una proposta di modifica del Testo Unico dell’Edilizia, cui la RPT ha collaborato nella apposita commissione del Ministero delle Infrastrutture che lo ha approvato nel 2020 e che darebbe una forte svolta nella possibilità di eseguire gli interventi necessari.
Occorrono, inoltre, anche ulteriori modifiche legislative che consentano più facilmente interventi di miglioramento sismico nei fabbricati in condominio.
Rendere strutturali i bonus in edilizia
“E’ assolutamente indispensabile che si rendano “strutturali” i bonus edilizi – afferma Armando Zambrano, Coordinatore della RPT -, prevedendo tempi sufficienti per un sostanziale adeguamento del patrimonio edilizio della nostra Nazione, con modalità sostenibili, come riportate nelle proposte della RPT, ma che contestualmente si adottino le altre misure previste dal Piano di Prevenzione Sismico elaborato”.
La RPT auspica che su questi temi le forze politiche possano fare molto di più e che almeno per quanto riguarda il tema dei bonus sismici si possa arrivare alla programmazione di un loro utilizzo in un periodo ragionevolmente lungo, per consentire al maggior numero di cittadini, soprattutto a quelli residenti nelle zone a rischio, di vivere in abitazioni sicure.